storia vino friulano

Italia e vino sono un matrimonio indissolubile. Non esiste regione che non conservi le proprie unicità di vitigno, o di sistema di allevamento. Un’eredità che da secoli ci pone ai vertici nella produzione di vini di qualità, nel mondo.

Storie di retaggio e marketing e anche un po’ di fortuna, ma tant’è che la realtà è questa: il Friuli, in Italia e all’estero non gode della stessa riconoscibilità e lo status dei vini prodotti scalfisce solo marginalmente i mercati internazionali.

Non fa eccezione il Friuli Venezia Giulia, anzi, per le caratteristiche del suolo, la posizione geografica e la qualità dei vini prodotti, è la regione tra le più interessanti d’Italia. Certo, difficile scalzare dal podio Toscana, Piemonte e Veneto, con la Sicilia subito dietro ad attendere il suo turno. Nota a parte per la Franciacorta.

Gli scettici agiteranno la testa ma è da qui che bisogna partire per aprire un un discorso sul vino friulano. I dati sono incoraggianti, spinti soprattutto dalla grande richiesta di bollicine. La Ribolla Gialla è l’apripista e probabilmente il vino friulano con i margini di crescita tra i più alti nei prossimi anni.

Ma facciamo un passo indietro per capire davvero chi è il vino del Friuli.

Identità friulana: dal terreno al calice

Prima di rispondere a questa domanda è necessario presentare il territorio friulano dividendolo in tre grandi macroaree: la zona delle grave, la zona litoranea, il collio.

Ognuna di queste zone presenta caratteristiche ben precise di suolo, ventilazione, temperature e percentuale di precipitazioni annuali. Conoscete poi la storia del 45° parallelo? Ve la faccio breve: diversi studi sostengono che lungo questo parallelo, equidistante tra Polo Nord e Equatore, ci sia la miglior produzione di vini del mondo. C’è chi sostiene sia il 46° parallelo che attraversa proprio il Friuli.
In realtà, questa ideale zona di produzione corrisponde ad una fascia che va dal 30° al 50° parallelo che viene chiamata appunto “Wine Belt” o “cintura del vino” e che guarda caso comprende, per dirne alcune, Italia, Spagna, Portogallo, Francia (fino alla regione dello Champagne), Germania (esclusa la parte nord), Austria, Georgia, Grecia, Armenia e lì ad ovest, la California.

Insomma, non era difficile capirlo, il Friuli, è tra le regioni italiane meglio vocate per la coltivazione dell’uva e quindi la produzione del vino.

Le correnti fredde che arrivano da Nord Est sbattono sulle Alpi Giulie, disinnescandone la loro potenza e arricchendosi di profumi prima di giungere sulle colline del Collio. A sud, il mare Adriatico fa da termoregolatore, mitigando da prima l’area litoranea e raggiungendo successivamente la pianura e le colline, contribuendo a regolare anche le precipitazioni annuali che si concentrano principalmente a maggio/giugno e ottobre.

Arriviamo al terreno.

Ci concentreremo in particolare sulla zona che circonda la nostra cantina, ovvero il Collio Orientale.

Non è nostra intenzione entrare in tecnicismi geologici. Vi basta sapere che nel corso dei millenni gli strati di marne e arenaria hanno creato la condizione perfetta per regolare la distribuzione idrica di queste dolci colline. La marna (argilla calcarea) assorbe l’acqua del suolo mentre l’areanaria la fa scorrere su diversi livelli. In poche parole, il serbatoio ideale per le radici della vite che scendendo in profondità riescono a disporre del giusto nutrimento anche nelle stagioni più calde e siccitose. Questo particolare terrroir prende il nome di “Ponca”.

La ponca è inoltre ricca di sali minerali che sono alla base dei profumi e del gusto unico dei vini friulani. Ecco la peculiarità più importante che rappresenta pienamente l’identitarietà del vino friulano. Quel qualcosa in più che differenzia un Sauvignon o un Pinot Grigio Friulano, rispetto a quelli prodotti nel resto del mondo. Bisogna infine considerare il valore della biodiversità el’adozioni delle più moderne teniche agronomiche volte a preservare le specie autoctone floreali e SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata).

Giunti a questo punto, potete ben capire quanto sia importante parlare di vino friulano e quanto sia importante vigilare sull’equilibrio di questo magico territorio.

Oggi non possiamo dire con certezza che la strada intrapresa dal vino friulano gli permetterà di raggiungere la posizione che merita, tra i vini più interessanti e sinceri del mondo. Quello che sappiamo è che c’è un gran bisogno a tornare alle origini di un vino. L’aspetto culturale e ambientale sono tornati ad essere fondamentali nella scelta di un vino di qualità. Non ci rimane che aspettare e giocare la carta giusta al momento giusto.

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